“Abbiamo trasmesso ai parlamentari locali Domenico Matera e Francesco Maria Rubano una nota di dettaglio per chiedere di sostenere la proposta di ANCE rispetto alla risoluzione del superbonus e dei crediti incagliati”. Spiega Mario Ferraro Presidente di Ance Benevento.
“Su questo fronte abbiamo già avuto ampia collaborazione ma adesso bisogna esprimersi sulle proposte al vaglio del governo per trovare una soluzione all’annoso problema venutosi a creare a seguito della riforma del superbonus. Tra domani e giovedì saranno votati presso la Commissione Finanze della Camera, gli emendamenti al testo del decreto legge adottato dal Governo sulla materia dei bonus edilizi e dei crediti incagliati. ANCE e Associazione bancaria italiana hanno avanzato una proposta che potrebbe essere risolutiva e dovrà essere votata. Confidiamo nel supporto dei nostri parlamentari che ringraziamo fin d’ora per la disponibilità mostrata e per quanto potranno fare a sostegno del sistema economico locale.”
Sulla materia ANCE sta portando avanti con Abi una proposta che potrebbe essere risolutiva rispetto alla grande confusione generatasi
Si tratta di riconoscere in via straordinari a e temporanea la possibilità per le banche e la posta spa di compensare le somme relative agli F24 della clientela con il d’imposta originatisi a seguito del sostenimento, nelle annualità 2021 e 2022, delle spese per gli interventi agevolati con i bonus edilizi che imprese e contribuenti non sono riusciti ancora a cedere. Si tratterebbe di una misura straordinaria e limitata sotto il profilo dei volumi e del tempo volta ad evitare la crisi di molte imprese che hanno praticato lo sconto in fattura e dei condomini e delle persone fisiche che, per effettuare i lavori, hanno fatto riscorso ad ingenti finanziamenti, confidando nella possibilità di poter monetizzare il credito mediante il meccanismo della cessione.
L’ANCE ritiene che, al susseguirsi dei mutamenti normativi, il cui culmine è rappresentato ad oggi dall’approvazione del decreto-legge 11/2023, la situazione venutasi a creare risulta quanto mai esplosiva.
Il decreto, infatti, vieta agli Enti pubblici l’acquisto dei crediti d’imposta ed elimina, per il futuro, la possibilità di optare per la cessione o per lo sconto in fattura, senza affrontare in alcun modo il problema dei crediti incagliati legati ai bonus edilizi. Anzi, ne acuisce gli effetti nefasti sull’intera economia, ponendo questo ulteriori e più stringenti limitazioni alla circolazione dei crediti stessi, fino al loro conclusivo e definitivo blocco.
Il blocco delle cessioni dei crediti fiscali derivanti dai lavori di ristrutturazione e riqualificazione del patrimonio abitativo attraverso il ricorso agli incentivi fiscali, sta determinando una crisi con un vero e proprio effetto domino che si sta estendendo a tutta l’economia si stima che 1 miliardo di crediti incagliati produce il blocco di circa 6.000 interventi (tra unifamiliari e condomini), con rischio di fallimento di almeno 1.700 imprese di costruzioni e la perdita di circa 9.000 occupati.
Pertanto, considerando uno stock di crediti fiscali incagliati di 19 miliardi di euro7, gli effetti macroeconomici potrebbero essere estremamente preoccupanti: 32.000 imprese fallite e 170.000 disoccupati in più nel settore delle costruzioni (che raddoppiano se si considera l’indotto).
Una simile situazione provocherebbe problemi su circa 115.000 cantieri, che si tradurrebbero in altrettanti nuclei familiari in crisi.
I bonus, da volano di crescita per il settore delle costruzioni e per l’intera economia, rischiano di innescare velocemente una vera e propria crisi sociale di proporzioni rilevanti.
“La Campania è una delle regioni italiane che ne ha beneficiato maggiormente registrando quasi 5000 nuove imprese fino al 2021”.
“Oggi il Movimento 5 Stelle ha mantenuto una promessa fatta ai cittadini e a migliaia di imprese a rischio fallimento.
Quarantamila aziende, lavoratori e famiglie dimenticati da tutti potranno tornare a respirare. La nostra ferrea posizione alla fine ha pagato.
Ci siamo rifiutati di ritirare gli emendamenti al Dl aiuti bis, come invece aveva chiesto il Mef con l’accettazione delle altre forze politiche, e abbiamo ottenuto la riformulazione del nostro emendamento che consentirà di compiere un passo decisivo verso lo sblocco dei crediti legati al Superbonus e agli altri bonus edilizi.
Viene cancellata la cosiddetta ‘responsabilità solidale dei cessionari’ dei crediti d’imposta, ferma restando una responsabilità per dolo o colpa grave.
Il Superbonus è una misura innovativa, che ha saputo coniugare la salvaguardia dell’ambiente con il rilancio dell’edilizia. Nonostante il goffo tentativo delle altre forze politiche di attribuirsi qualche merito, oggi il M5S riesce a garantire una vittoria a migliaia di lavoratori e famiglie in difficoltà tra occupazione e speranza per i giovani imprenditori, messi in ginocchio da una crisi senza precedenti, anche e soprattutto in un territorio come quello del nostro Mezzogiorno, che prova a curarsi le ferite, rialzandosi.
La Campania – infatti – è una delle regioni italiane che maggiormente ne ha beneficiato, registrando 4.907 nuove imprese solo fino al 2021 ed un considerevole +6,96% che ne fanno la regione con il miglior incremento a livello nazionale.
Adesso si potrà guardare al futuro con altri occhi. C’è ancora tanto altro da fare e non ci risparmieremo, perché siamo dalla parte giusta, quella dei cittadini”.
“La destra che votò contro quando lo istituimmo ora lo sostiene, meglio tardi che mai”.
“L’intesa raggiunta oggi sul testo al Senato per il Decreto Aiuti bis sull’emendamento riformulato sul superbonus, dimostra quanto il lavoro di mediazione fatto dal Partito democratico sia fondamentale dentro e fuori le istituzioni.
Abbiamo lavorato per sbloccare la cessione dei crediti e lavoreremo per mantenerlo fino al 2030 con 70/90 stabile in relazione al livello di Isee, mantenendo il 110 nei condomini per ISEE bassi. Il blocco della cessione dei crediti del superbonus andava superato con la massima urgenza avendo messo a dura prova migliaia di famiglie e di imprese, ma la caduta del governo ha reso ancora più problematiche le soluzioni.
La proposta di riformulazione del governo è un passo in avanti efficace per risolvere finalmente come chiedeva il PD le problematiche aperte. Pittoresche le dichiarazioni della destra che votò contro il superbonus quando lo istituimmo e lo hanno sempre criticato. Ma come si dice: solo gli imbecilli non cambiano mai idea”.
Così Francesco Boccia, responsabile Regioni e Enti locali della Segreteria nazionale PD e capolista al Senato in Puglia.
NAPOLI. Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli hanno eseguito un provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza richiesto nella fase delle indagini preliminari dalla Procura della Repubblica di Napoli, riguardante circa 110 milioni di euro di crediti d’imposta relativi al c.d. “Superbonus 110%”, nei confronti di un Consorzio operante nel settore, nonché perquisizioni e sequestri nei confronti di altri soggetti che sarebbero, a vario titolo, coinvolti nell’attività delittuosa. In totale sono state eseguite attività di perquisizione e sequestro presso le residenze di 21 persone fisiche, le sedi di 3 enti/società nonché sequestri preventivi di crediti presso 16 soggetti (istituti finanziari, società e persone fisiche).
L’attività trae origine da un’analisi di rischio sviluppata dall’Agenzia delle Entrate – Divisione Contribuenti – Settore Contrasto Illeciti sulla spettanza del bonus in materia edilizia previsto dal Decreto “Rilancio” (D.L. 34/2020); si tratta come è noto di un beneficio fiscale riconosciuto nella misura del 110% dell’ammontare delle spese sostenute per la realizzazione di interventi di ristrutturazione edilizia, finalizzati a mettere in sicurezza gli immobili dal rischio sismico nonché migliorarne il rendimento energetico. Il beneficio riconosciuto dalla legge consiste nella detrazione fiscale, ovvero nella possibilità di utilizzare, ai sensi dell’art. 121 del Decreto “Rilancio”, un credito d’imposta pari al 110%, cedibile a terzi e quindi monetizzabile.
Sulla base delle risultanze dell’analisi dell’Agenzia delle Entrate, gli accertamenti delegati dall’Autorità Giudiziaria di Napoli al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria alla stessa sede avrebbero fatto emergere un sistema fraudolento così articolato:
- il Consorzio, attraverso una rete di procacciatori, si sarebbe proposto nei confronti di privati cittadini interessati a effettuare i lavori rientranti nell’applicazione del superbonus, facendo stipulare loro dei contratti per “appalto lavori con cessione del credito d’imposta” e chiedendo la consegna della documentazione necessaria, salvo interrompere subito dopo i rapporti ovvero eseguire solo attività di carattere burocratico;
- ricevuti i contratti, il Consorzio avrebbe emesso fatture per operazioni inesistenti nei confronti dei privati committenti in cui si faceva riferimento a uno stato di avanzamento lavori per una percentuale non inferiore al 30% (percentuale minima richiesta per vantare la cessione del credito d’imposta);
- solo a seguito di richiesta di informazioni da parte di alcuni Reparti del Corpo, i soggetti privati riscontravano nel loro cassetto fiscale la presenza delle suddette fatture, che sarebbero state emesse a fronte di lavori mai eseguiti, cui erano correlate successive cessioni di crediti a favore del Consorzio, precedute dalla comunicazione dei commercialisti che avrebbero apposto il visto di conformità;
- le prescritte asseverazioni tecniche sui lavori svolti dal Consorzio, che sarebbero state rilasciate da professionisti abilitati, presentavano rilevanti anomalie, evidenziate dalla competente Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile (ENEA);
- il Consorzio, operando nei termini suddetti, avrebbe beneficiato di oltre 109 milioni di euro di crediti d’imposta, accumulati a partire dal mese di dicembre 2020, poi ceduti a intermediari finanziari, ottenendone la monetizzazione, per un importo di oltre 83 milioni di euro.
Al fine di contrastare ed arginare l’attività delittuosa sopra descritta, la Procura della Repubblica di Napoli sezione di criminalità economica ha richiesto ed ottenuto la misura cautelare d’urgenza, eseguita con i correlati decreti di perquisizione e sequestro così da interrompere la circolazione dei crediti, individuare i responsabili e consentire agli ignari cittadini coinvolti di adottare iniziative legali a propria tutela. Le attività di polizia giudiziaria, eseguite nei confronti del Consorzio e dei relativi membri del consiglio di amministrazione, dei cessionari finali dei crediti, degli intermediari nonché dei professionisti che avrebbero rilasciato le asseverazioni o il visto di conformità, hanno interessato le regioni Abruzzo, Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Piemonte e Veneto e sono state svolte anche con il contributo dei Reparti della Guardia di Finanza dislocati nelle rispettive sedi.
L’operazione condotta testimonia la costante attenzione dell’Autorità Giudiziaria, della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Entrate sulla corretta destinazione delle risorse pubbliche messe a disposizione della collettività per mitigare gli effetti negativi della pandemia in corso e favorire la ripresa dell’economia e l’ammodernamento del Paese. Il presente comunicato stampa è stato rilasciato a seguito di specifica delega/nulla osta della competente Autorità Giudiziaria.